Il grande nuraghe complesso e il villaggio circostante sono un luogo unico nel loro genere e per questo, ormai dal 1997, riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Guardate il nostro servizio VIDEO
di Sergio Atzeni
Il Complesso nuragico di Barumini svetta nel cuore della pianura del Campidano depositario di tanta storia millenaria.
L’area archeologica Su Nuraxi portata alla luce a partire dagli anni ’50 risale al XV secolo avanti Cristo ed è formata da un imponente nuraghe complesso quadrilobato cioè con quattro torri laterali e una cortina anteriore con sette torri e da un esteso villaggio ubicato intorno e costruito nei secoli successivi.
Un luogo unico nel suo genere e per questo, ormai dal 1997, riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
La parola Nuraghe significa “mucchio di pietre” e “cavità”, che va a indicare un tipo di architettura militare con mura turrite. Fin ora in tutta l’isola sono stati censiti oltre 7000 nuraghi (fra torri singole e nuraghi complessi) e nel territorio di Barumini ne compaiono circa una trentina.
Su Nuraxi è il più rappresentativo dei nuraghi complessi, con funzione strettamente militare, molto simili ai castelli medievali, pur essendo più antichi di quasi 3000 anni, servivano, infatti, per difendere il territorio circostante.
Successivamente verranno riadattati e riutilizzati fino all’età del Ferro, talvolta impiegati anche dalle popolazioni posteriori alla nuragica come cartaginesi e romani.
Su Nuraxi presenta una stratificazione culturale di oltre 2000 anni, cioè dal 1500 a.C. al VII sec. d.C.. Per quanto concerne la sua realizzazione si possono distinguere diverse fasi evolutive riscontrabili dalle strutture e dai prodotti della cultura materiale. Il principale materiale utilizzato per la sua costruzione è il basalto, una pietra vulcanica molto dura proveniente dall’altopiano della Giara.
Tra il 1500-1300 a.C. venne costruita la torre maggiore o mastio, ossia il nuraghe semplice a tholos o pseudo cupola. Al suo interno camere circolari con pareti aggettanti, con grandi massi che diminuiscono di grandezza man mano che si sale verso l’alto, completata da una copertura a falsa volta o a falsa cupola. Il mastio (in origine alto circa 18,60 m) era costituito da tre camere sovrapposte comunicanti tra loro attraverso delle scale ottenute all’interno dello spessore murario.
Successivamente nel Bronzo Recente 1300-1100 a.C. al mastio fu addossato un quadrilobo, un robusto corpo murario a schema di quattro torri minori unite mediante delle cortine rettilinee, orientate secondo i quattro punti cardinali, che dovevano raggiungere i 14 metri d’altezza.
L’ingresso al bastione quadrilobato, situato nella cortina sud-orientale, dava accesso ad un cortile, provvisto di pozzo, che serviva per raccordare i vani delle varie torri. Tutte e quattro erano composte da due camere sovrapposte, anch’esse di pianta circolare e voltate a tholos, non comunicanti fra loro. Le camere a terra presentano delle feritoie.
Il villaggio (del quale restano poche tracce) fu iniziato a costruire nel 1300 a. C. circa insieme a 3 torri dell’antemurale, come cintura muraria, nel 1100 a.C. l’antemurale venne rinnovato e ampliato dalla costruzione di altre torri, mentre la struttura del quadrilobo venne rifasciata da un anello murario spesso 3 metri che andò ad occludere l’ingresso originario a terra.