Una chiesa sconosciuta ai più, eretta nel lontano 1702 a fianco alla Porta Cavana o Cavagna che, probabilmente, consentiva il passaggio dalle zone di campagna al quartiere di Villanova
di Antonio Tore
San Cesello è una chiesa di Cagliari situata in via San Giovanni, nel quartiere di Villanova.
La piccola chiesa fu eretta nel 1702 con l’intento di farla diventare sede del gremio dei bottai, fino ad allora ospitato nella chiesa di Sant’Antonio, situata nell’attuale via Manno.
La chiesa sorse vicina alla porta Cabaňa o Cavagna (dal nome di un tipo di cesta usata dai contadini) che collegava Villanova alle vicine campagne, luogo identificato dalla tradizione popolare come il sito in cui vennero martirizzati nel IV secolo il soldato Lussorio insieme a due bambini di nome Cesello e Camerino.
La chiesa dei bottai venne però dedicata al solo Cesello, per motivi che non si conoscono.
Dal 1951 la chiesa è affidata alla congregazione delle suore sacramentine (adoratrici perpetue del Santissimo Sacramento), che vivono la clausura nel piccolo edificio adiacente alla chiesa.
L’aspetto della chiesa di San Cesello è quello di una chiesa campestre, con la facciata a terminale piatto sormontata da un campanile a vela, portale con arco ogivale e un piccolo oculo.
L’interno è ugualmente semplice, a pianta rettangolare, con un’unica navata e volta a botte. Il presbiterio, sopraelevato, è dominato da un ricco altare ligneo settecentesco in stile barocco. Nella parte destra dell’altare si nota una tela particolarmente interessante perché vi è rappresentata la porta Cavagna, demolita nel XIX secolo.
Anche in questo caso, soccorrono gli scritti del canonico Giovanni Spano nella “Guida della città e dintorni di Cagliari”.
Lo Spano afferma che la chiesa fu costruita da Antioco Fadda, operaio maggiore della compagnia degli “scaricatori di vino”, assieme ad altri operai i cui nomi compaiono nella iscrizione in marmo che sta nella facciata.
Nell’altare, di legno dorato, si trova una statua in legno di San Cristoforo. Ai lati vi sono due preziosi dipinti in tela, di scuola spagnola, descritti in particolare dallo Spano: “Quello a destra esprime la cattura di S.Lussorio sardo, che ha le mani legate dietro, con un gruppo di manigoldi”.
E continua la descrizione da parte del canonico: ”Al di sopra di questa scena avvi dipinta una torre merlata con una porta coll’iscrizione PORTA CAVANA”. Ai giorni nostri, purtroppo, la porta, come già detto, non esiste più.
Alla sinistra dell’altare si trova un’altra tela che descrive la decapitazione di S.Lussorio e l’attesa dello stesso drammatico destino di S.Cesello e S.Camerino.
Sopra la tribuna vi è un quadro della Vergine degli abbandonati.
Nel pavimento della chiesa, afferma lo Spano, “vi è un boccaporto che comunica con un sotterraneo, il quale si dice di condurre fino alla chiesa di S.Saturnino. Sarà forse un acquedotto antico del tempo romano.