Oschiri (Sassari):  l’Altare di Santo Stefano,  ancestrale, misterioso a guardia  di una necropoli neolitica

Un banco rupestre  di  circa  dieci metri, proprio di fronte alla chiesa di Santo Stefano, che appunto dà il nome,  dove sono  state scolpite in  sequenza una serie di precise  incisioni geometriche.

Di  Sergio Atzeni   

In territorio  di Oschiri (Sassari)  è situata una grande roccia granitica   scolpita,  enigmatica in uno scenario misterioso e silenzioso e dalla natura incantata:  l’Altare di Santo Stefano.

Un manufatto enigmatico e unico nel suo genere, del quale ancora non si ha una spiegazione chiara con la certezza che sia stato usato nei  millenni con l’evoluzione delle concezioni religiose alle quali è stato adattato.

Un banco rupestre  di  circa  dieci metri, proprio di fronte alla chiesa di Santo Stefano che appunto dà il nome,  dove sono  state scolpite in  sequenza una serie di precise  incisioni geometriche.

Accanto al monumento, in un  boschetto di macchia mediterranea, ecco una  necropoli con otto tombe ipogeiche  (domus de Janas), con vicino  numerose misteriose rocce  diventate per l’opera dell’uomo nicchie.

Nell’altare sono stati incisi motivi di varie forme, incavi triangolari, quadrangolari e semicircolari  mentre attorno decine di rocce  con coppelle e croci.

Un sito che  affascina per i misteri  della sua  funzione come ancora inesplicabile  è  il significato dei simboli scolpiti nella roccia che non hanno per ora  una  spiegazione convincente.

Tanti quesiti sul misterioso e spettacolare  manufatto attendono una risposta:

chi è stato il primo a realizzarlo?

È  un unico intervento o la sovrapposizione di opere  nei secoli?

Quale  è stata la sua funzione e cosa rappresenta?

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