Riformatori: “Cagliari, Tuvixeddu, un sito archeologico abbandonato”

Riformatori: “A Cagliari è presente la più grande necropoli punica del Mediterraneo e non esiste nemmeno un cartello che ne indica l’esistenza. i Riformatori Sardi, nel corso di una conferenza stampa davanti all’ingresso del “parco” di Tuvixeddu, hanno illustrato  le idee progettuali per la valorizzazione del sito. “È arrivato il momento di agire – concludono i Riformatori – il sito archeologico di Tuvixeddu merita di più e meglio, Cagliari merita di più e meglio!”

Riformatori: “La necropoli di Tuvixeddu risale al periodo della colonizzazione fenicia, che aveva il suo insediamento sulle rive dello stagno di Santa Gilla ed il suo uso è proseguito per secoli, sotto l’influenza cartaginese e poi romana. Come tanti altri tesori archeologici della nostra città, anche questo sito ha subito la devastazione dell’espansione edilizia del dopoguerra, che ha sommerso con la costruzione del quartiere Tuvixeddu Sant’Avendrace la maggior parte delle testimonianze delle epoche precedenti, a cui si è aggiunto l’uso sconsiderato della collina come cava.

Negli anni 60 il sito ha anche offerto ospitalità a decine di famiglie, che nella disperazione hanno trovato un alloggio di fortuna nelle sue grotte.

La storia di degrado del sito sembrava essersi interrotta quando tutta l’area è stata oggetto di un Programma Integrato promosso da un gruppo imprenditoriale sardo, Nuove Iniziative Coimpresa Srl del gruppo Cualbu. Il progetto prevedeva di riqualificare i 48 ettari dell’ambito Tuvixeddu-Tuvumannu-Is Mirrionis con la creazione di un grande parco archeologico: su 48 ettari, 36 sarebbero stati destinati a standard urbanistici (parco archeologico, verde, strade e parcheggi) e 14 ettari a interventi edilizi privati. Il Comune di Cagliari che aveva approvato il progetto di “Riqualificazione urbana e ambientale dei colli di S.Avendrace” con deliberazione del Consiglio Comunale n. 169 del 1 ottobre 1997, partecipava all’Accordo di Programma con l’intento di veder valorizzata l’area archeologica, già peraltro sottoposta a vincolo archeologico e paesaggistico ai sensi delle leggi 1089 e 1497 del 1939. Successivamente all’approvazione comunale seguirono le valutazioni di carattere paesaggistico, tutte favorevoli, della Provincia (autorizzazione prevista, dapprima, all’articolo 7 della legge 1497/1939, quindi dall’articolo 151 del decreto legislativo n. 490/1999 e, oggi, dall’articolo 146 del decreto legislativo n. 42/2004), della Regione (autorizzazione n. 3015 del 27/5/1999 dell’Ufficio Tutela del Paesaggio dell’Assessorato regionale alla pubblica istruzione) e della Sovrintendenza Archeologica di Cagliari (parere n. 4904/1 del 20 ottobre 1998). Con deliberazione n. 114 del 10.10.2000 il Consiglio Comunale di Cagliari ratificò l’accordo di programma del 15.9.2000, che prevedeva tra le altre cose un importante finanziamento pubblico per la realizzazione del Parco e la chiusura di contenziosi decennali per espropri condotti erroneamente dal Comune nell’ambito della realizzazione di interventi di E.E.P. in quell’ambito.

INIZIO DEI LAVORI PER LA REALIZZAZIONE DEL PARCO E PER LA REALIZZAZIONE DELLA NUOVA VIABILITA’.  Il 26.11.2003, con la consegna dei lavori per la costruzione del parco archeologico urbano di Tuvixeddu, ha avuto inizio l’attuazione del progetto di riqualificazione urbana ed ambientale dei Colli di S. Avendrace comprendente anche la viabilità di penetrazione urbana via Cadello – via S. Paolo, mentre i lavori per la realizzazione del museo archeologico furono consegnati il 29.12.2005.

L’ azione del Presidente della Giunta Regionale Renato Soru fermò questo grande progetto dapprima temporaneamente (determinazione 11 gennaio 2007, n. 4 con la quale il Direttore del servizio tutela del paesaggio di Cagliari dell’Assessorato regionale della P.I. ha stabilito di inibire per 90 giorni tutti i lavori riferibili ad opere pubbliche o a carattere privato nella zona Tuvixeddu- Tuvumannu e di sospendere tutti i lavori riferibili alle stesse opere; della direttiva del 11 gennaio 2007 n. 19/GAB/XIV.12.2 impartita dall’Assessore regionale della P.I. al Direttore generale del servizio tutela del paesaggio di Cagliari; disposizioni del 9 gennaio 2007 impartite dal Presidente della regione all’assessorato regionale della P.I., relativo alla inibizione e sospensione dei lavori in corso a Tuvixeddu- Tuvumannu) e poi definitivamente (decreto 9 agosto 2006 n. 2323 dell’assessore regionale della pubblica istruzione che ha dichiarato di notevole interesse pubblico, ai sensi dell’art.140 del D.Lgs. 22 gennaio 2004 n. 42 la zona di Tuvixeddu- Tuvumannu; provvedimento del 21.2.2007, con il quale la Commissione regionale per il paesaggio per la Sardegna, ai sensi dell’art. 138 del D.Lgs. n. 42/2004 ha proposto che il contesto Tuvixeddu-Tuvumannu-Is Mirrionis, fosse dichiarato di notevole interesse pubblico; deliberazione della Giunta n. 51/12 del 12.12.2006, recante “Istituzione della Commissione regionale prevista dall’art. 137 del D.Lgs. 22 gennaio 2004 n. 42”).

Da quel momento ogni azione di riqualificazione dell’area si è interrotta ed è cominciata una guerra in Tribunale tra l’impresa proponente e la Regione, che ancora oggi non si può dire completamente conclusa.

LA NECROPOLI OGGI.  La necropoli oggi, secondo i Riformatori,  è tornata nella disponibilità esclusiva del Comune di Cagliari, che pertanto è responsabile della sua cura e valorizzazione, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Il sito è controllato con un servizio di vigilanza, ma è totalmente assente ogni opera di valorizzazione del bene, ogni azione di promozione, ogni misura tesa a rendere il sito facilmente accessibile.

LA NOSTRA PROPOSTA.  Noi Riformatori riteniamo che la più grande necropoli punica del Mediterraneo debba essere valorizzata al meglio, attraverso le seguenti misure: ● Valorizzazione del sito: apertura dello spazio museale già realizzato ed abbandonato. Al suo Conferenza Stampa Riformatori Sardi Sabato 13 Aprile – ore 11 – Tuvixeddu interno occorre predisporre un allestimento moderno che consenta di vedere i reperti archeologici legati al sito ed all’arte funeraria, sia di immergersi in ricostruzioni digitali dei riti e delle celebrazioni funebri lungo tutti i secoli di fruizione della necropoli. Il mondo è cambiato ed il nostro sistema museale è fermo al secolo scorso. La fruibilità di un sito parte dalla suggestione che si è in grado di provocare nel visitatore. Occorre chiamare a raccolta gli storici dell’epoca, esperti della comunicazione, registi e specialisti delle ricostruzioni in 3D per ricostruire esempi di vita vissuta di un sito che ha visto migliaia di riti nell’arco di diversi secoli. Tuvixeddu deve entrare a far parte delle ricchezze attrattive della città.

Il visitatore deve arrivare a Cagliari sapendo che avrà l’opportunità di visitare un’area verde di 12 ettari, con la traccia di centinaia di sepolture dell’epoca fenicia, punica e romana, e potrà immergersi nella ricostruzione dei riti funebri di quelle epoche. Conferenza ● Accessibilità: un grande ostacolo nella fruizione dell’area di Tuvixeddu è la sua posizione, racchiusa da un edificato fitto che consente oggi l’accesso solo attraverso la via Falzarego. Non è possibile pensare alla valorizzazione di un bene, che non può essere agevolmente raggiunto da un normale autobus turistico e che con la presenza di due autobus genererebbe un blocco totale della viabilità.

Occorre riprendere il progetto di viabilità già approvata con l’Accordo di Programma citato in premessa e completarlo per i due tratti iniziali. Il primo tratto è quello che consente di attraversare il colle di Tuvumannu, collegando via Cadello con via Is Maglias: i lavori sono già iniziati e devono essere conclusi. Il secondo tratto è quello interno all’area di Tuvixeddu, con due strade già tracciate nel periodo di funzionamento della cava. Quest’ultima viabilità sarebbe ad uso esclusivo del parco archeologico e consentirebbe di raggiungere il museo, che diventerebbe l’accesso alla necropoli. Naturalmente, concludono i Riformatori,  rimarrebbe sempre fruibile l’accesso da via Falzarego e si potrebbero creare ulteriori corridoi pedonali di accesso da viale Sant’Avendrace, magari in prossimità della Grotta della Vipera”.

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