Sulle rive della laguna di Molentargius, allora più estesa di oggi, era ubicato, a partire da 5500 anni fa, l’importante villaggio di Su Coddu oggi in comune di Selargius (Città Metropolitana di Cagliari). In copertina libera ricostituzione ideale del villaggio di Su Coddu
di Sergio Atzeni
ll villaggio di Su Coddu (il colle in vernacolo) è uno dei centri abitati sardi più importanti del neolitico (3.500 – 2800 a.C. circa) come estensione e per numero di abitanti e ha restituito importanti materiali litici, metallici e ceramici.
Il villaggio era formato da tante capanne, pozzi, silos, focolari e sepolture.
Le capanne, in piccola parte interrate, erano ricoperte da intelaiatura lignea poggiante sul terreno tramite dei pali dei quali sono state ritrovate le buche dove erano inseriti
Tanti i pozzi per l’acqua ritrovati, indubbio il culto per la Dea madre, per alcune capanne si ipotizza anche un utilizzo rituale legato al culto di questa divinità come due statuine femminili a placchetta cruciforme rinvenute farebbero intuire.
Gli scavi hanno restituito alcuni vasi tripodi per la cottura dei cibi, fornelli in pietra, strumenti di lavoro come pestelli, piccole macine, ciotole e scodelle, alcune magistralmente decorate.
Ritrovati anche punte in osso ma anche collane di conchiglie e di ceramiche lavorate, fusaiole, pesi da telaio.
Tanti gli strumenti di ossidiana (chiamata l’oro del neolitico e abbondante in Sardegna nel Monte Arci) microliti e vari tipi di lame, coltelli, raschiatoi, punte di frecce.