di Sergio Atzeni
Nel golfo dell’Asinara, alla fine della Sardegna dell’ovest, in territorio di Stintino (Ss) che dista solo 5 chilometri, si distende una spiaggia che quelle tropicali imitano senza riuscirci.
Un piccolo litorale che non ha concorrenti in Europa e pochissimi nel mondo un eden terrestre regalato dalla natura dove fondale bassissimo con trasparenze acquerellate e sabbia impalpabile infondono una serenità a tutti coloro che solo ammirano questa perfezione.
Sabbia finissima e bianchissima, fondale lucente, acqua che sommerge solo i piedi per un lungo tratto, cromia turchese e azzurra con tutte le sfumature che dal mare sale verso il cielo fondendosi e andando verso l’infinito.
Poi la torre che pare eretta per controllare la bellezza e preservarla incutendo timore ai malintenzionati.
E i faraglioni di Capo Falcone, l’isola Piana e l’Asinara, che sono là a sentinella e la scortano proteggendola dalla forza mare quando si infuria.
Insomma la spiaggia della Pelosa è un paradiso come tanti lo immaginano e vedendola sembra che si sia materializzato perdendo la sua evanescenza immaginaria per diventare concretezza.
Un stella di prima grandezza, la spiaggia della Pelosa, del nord della Sardegna riconosciuta, come detto, una della più belle d’Europa.
L’acqua, grazie alla barriera naturale che si comporta come le barriere coralline, è sempre placida e invitante ed a prova di maestrale. Poi tutto attorno la vegetazione mediterranea con gli autoctoni ginepri, emana un profumo caratteristico che solo la Sardegna sa dare.
Di fronte alla spiaggia su un isoletto si erge austera e severa una torre aragonese del 1578 oggi simbolo della Pelosa, che si raggiunge a piedi passando sull’altra isoletta chiamata La Pelosetta.