Ogni settimana parleremo di una strada raccontando la storia del personaggio a cui è dedicata. Si potranno scoprire così le persone, molte volte sconosciute, legate alla storia della Sardegna e Italiana tramite la loro biografia
di Sergio Atzeni
Tra via Roma e viale Armando Diaz si trova la piazza dedicata a Emilio Lussu, leggendario ufficiale della Brigata Sassari, uomo politico, avvocato e scrittore.
Lussu nasce nel 1890 ad Armungia allora in provincia di Cagliari da una famiglia di proprietari terrieri che lo invia nel capoluogo sardo per gli studi e dove si laurea in giurisprudenza.
Fervente interventista Lussu partecipa alla Grande Guerra come ufficiale di complemento della Brigata Sassari facendosi notare per l’attitudine al comando, per il coraggio ma anche per la sua grande umanità.
Rientra in Sardegna nel 1919 e partecipa da protagonista al movimento degli ex combattenti composto da reduci che hanno maturato una nuova coscienza politica e si battono per riscattare l’isola dai secoli di sottosviluppo.
Insieme a personaggi come Pietro Mastinu, Camillo Bellieni e Paolo Pili fonda il Partito Sardo D’azione ed è tra i primi a capire il pericolo che nasconde il fascismo.
Viene eletto deputato nel 1921 e 1924 e si schiera apertamente contro il partito di Mussolini che considera uno strumento del capitalismo e quindi estraneo alle masse e antidemocratico, critica anche i suoi metodi politici e le violenza contro gli oppositori.
I fascisti lo tengono d’occhio e nel 1926 decidono di dargli una lezione tentando di penetrare nella sua casa di piazza Martiri a Cagliari.
Il deputato non sta a guardare e si difende con una pistola colpendo a morte uno degli assalitori. Al processo gli viene riconosciuto di aver agito per legittima difesa e viene assolto ma, nonostante la sua figura di parlamentare, è condannato al confino e nel 1927 inviato nell’isola di Lipari.
Lussu in quel domicilio coatto conosce importanti oppositori del fascismo come Carlo Roselli e Fausto Nitti con i quali organizza nel 1929 una fuga e riesce ad arrivare prima in Tunisia per giungere poi a Parigi.
Nella capitale francese l’ex ufficiale sardo entra nel giro dei fuoriusciti italiani e ha contatti con importanti personaggi antifascisti rafforzando così la sua coscienza politica democratica e l’idea di battersi per la libertà e per il popolo.
Nel 1930 Lussu insieme a Carlo Rosselli e Gaetano Salvemini fonda il movimento
Giustizia e Libertà che si pone come baluardo antifascista e riferimento in Italia e all’estero di coloro che avversano il partito di Mussolini.
Emilio Lussu partecipa nelle file repubblicane alla guerra di Spagna per lottare contro il franchismo, conosce a Parigi Joyce Salvatori che diventerà sua moglie e gli darà un figlio: Giovanni.
Nel suo esilio parigino scrive numerose opere come “La Catena” nel 1929, “Marcia su Roma e dintorni” nel 1933 dove descrive i fatti che ha vissuto tra il 1919 e il 1929. Nel 1936 subisce in Svizzera un intervento ai polmoni e scrive nella convalescenza “Teoria sull’insurrezione” e, tra il 1936 e 1937, compone la sua più importante e famosa opera, “Un anno sull’Altipiano”, un diario dove annota i fatti da lui vissuti nelle trincee della Grande Guerra.
Nel 1943 Lussu rientra in Italia e prende parte alla resistenza nelle file del Partito d’Azione, nel 1945 diventa ministro nel governo Parri e poi in quello di De Gasperi e, nel 1946, è deputato nell’Assemblea Costituente e confluisce nel Partito Socialista Italiano.
Nel 1948 fonda il Partito Sardo d’Azione Socialista con il quale si presenta alle prime elezioni regionali del 1949.
La sua vena e la sua voglia di fare continuano, nel 1964 e tra i fondatori del Partito Socialista di Unità Proletaria.
Dopo una vita dedicata alla politica e alla lotta per la libertà, muore a Roma il 5 marzo del 1975.