Oggi molte statue ricomposte sono esposte nei musei di Cagliari e Cabras e stupiscono i visitatori per la loro imponenza e per l’arte che i nuragici anche in fase decadente hanno mostrato di possedere. Guardate il documentario di Sergio Atzeni
di Sergio atzeni
Nel 1974, in Sardegna, nel Sinis in Comune di Cabras (Oristano), un contadino e il suo aratro furono protagonisti di un ritrovamento importante che ancora oggi è velato da mistero
Quell’aratro infatti fece portare alla luce un busto senza testa in pietra scolpita a tutto tondo chiaramente appartenente a una statua, unica nel suo genere ritrovata in Sardegna. La scoperta avvenne per caso nella collina a quattro chilometri da Cabras, detta Mont’e Prama perché un tempo era coperta di palme.
Il contadino capì subito che si trattasse di un reperto antico. Era il mese di marzo del 1974 e quella data segna l’inizio della storia moderna dei misteriosi giganti del Sinis.
Gli scavi che seguirono quasi subito e poi nel 1979, portarono alla luce oltre 5 mila reperti che come un gigantesco puzzle, furono sistemati in casse e custoditi nel Museo Archeologico di Cagliari per essere studiati e assemblati.
Tra le teste e i betili anche numerosi modelli di nuraghi tutti da interpretare.
Una cosa era certa: si trattava di statue alte oltre due metri e per questo l’appellativo “I Giganti o i Colossi dei Monti Prama” seguì logicamente anche se non se ne conosceva la loro destinazione.